La politica spettacolo non l’ha inventata Grillo (Terra)

Nell’estratto di Le parole sono importanti pubblicato nei giorni scorsi dal quotidiano ecologista Terra (qui il link) parlavo del successo di Beppe Grillo inserendolo nel contesto di una generalizzata tendenza alla spettacolarizzazione della politica. Vale la pena ritornare sull’argomento anche con l’ausilio di qualche immagine.

 

Il successo di Beppe Grillo non è un caso isolato ma fa parte di un fenomeno più ampio: nell’incontro con i media – e in particolare con la televisione – la politica cambia le proprie caratteristiche, accentuando i caratteri di spettacolarizzazione .

Questo incontro – analizzato con attenzione nel libro Politica Pop, di Gianpietro Mazzoleni e Anna Sfardini – dà origine a un nuovo fenomeno, definito politainment, neologismo che deriva dalla crasi fra le parole politics ed entertainment (in inglese, divertimento).  Il politainment si manifesta in due direzioni:

Da una parte il politico assume i codici dello spettacolo, partecipa a trasmissioni di intrattenimento, è ospite dei varietà del sabato sera, prende parte a programmi sportivi.

Mazzoleni e Sfardini (Politica Pop, il Mulino) ne elencano alcuni esempi eloquenti: Piero Fassino partecipa al programma C’è posta per te per rincontrare e abbracciare la sua vecchia tata, Pier Ferdinando Casini e Francesco Rutelli rilasciano un’intervista doppia a Le Iene per dar conto in dettaglio delle loro goliardate giovanili, Antonio Di Pietro e Renato Schifani si tirano letteralmente Torte in faccia nel corso di una puntata dell’omonimo varietà (Le parole sono importanti, pp. 110-111).

Non si tratta di una assoluta novità, già nel 1983 Giulio Andreotti partecipava al film Il tassinaro, con Alberto Sordi (qui il link al video).

La seconda tendenza del politainment conduce alla trasformazione delle star televisive in politici:

I personaggi della tv, forti della visibilità e della notorietà garantita dal piccolo schermo, entrano nell’arena politica dalla porta maestra; allo stesso tempo i programmi di intrattenimento – pensiamo a Striscia la notizia o a Le iene – svolgono anche un ruolo informativo e sociale (Le parole sono importanti, p. 111).

Anche in questo caso non si tratta di una recente innovazione, nè di un caso tutto italiano. Due esempi in questo caso sono eloquenti. Il primo riguarda la Francia e la vicenda politica dell’attore e comico Coluche:

L’annuncio della sua candidatura alle presidenziali del 1981 suscitò grandi entusiasmi nel paese. I sondaggi gli attribuivano ampi consensi (16% secondo una rilevazione pubblicata da Le Journal du Dimanche). Il suo ritiro dalla competizione elettorale non è esente da punti interrogativi e pare sia stato causato dalle forti pressioni ricevute (Le parole sono importanti, p. 156).

Il secondo è più recente: nelle elezioni politiche del 2010 in Brasile il pagliaccio Tiririca, candidato a deputato federale per lo stato di São Paulo è risultato primo eletto con 1 milione e mezzo di voti (qui il link ai suoi spot elettorali).

Beppe Grillo si inserisce in questo contesto e ne porta alle estreme conseguenze i tratti distintivi. Il ruolo di critica sociale da sempre svolto dalla satira viene sfruttato e impiegato per sostenere la sua proposta politica:

la comicità di Grillo non è fine a sé stessa, ma viene impiegata per rinforzare gli elementi chiave della sua strategia di comunicazione. Parallelamente, le storture della società vengono utilizzate per promuovere uno spettacolo di intrattenimento (Le parole sono importanti, p. 111).

Non è un fenomeno da sottovalutare, come scrivevo nel libro, uscito prima della tornata delle amministrative:

in uno scenario in cui la disaffezione per la politica tradizionale cresce e in un contesto fertile per le ibridazioni fra politica e spettacolo, la sua [di Grillo] figura conquista attenzione e seguito. I suoi risultati, anche in termini di consensi, potrebbero crescere ulteriormente (Le parole sono importanti, p. 111).

L’avanzamento dei grillini nella recente tornata elettorale conferma questa lettura: i successi del centrosinistra ai ballottaggi non devono far perdere di vista il contesto in cui queste vittorie sono maturate, altrimenti si rischia di non cogliere un segnale forte che gli elettori hanno voluto inviare con il voto al MoVimento Cinque stelle.

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Le parole sono importanti.
I politici italiani alla prova della comunicazione.

Gianluca Giansante
Carocci editore
172 pgg., 15 euro

Se vuoi saperne di più vai qui.


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