da Terra, 13 ottobre 2009
Mentre alla presentazione di Italia Futura venivano discussi i risultati di uno studio sulla mobilità sociale del paese i media dedicavano tutte le proprie energie a discutere la sentenza della corte costituzionale.
Mentre il think tank animato da Montezemolo avanzava proposte per rimettere in moto l’ascensore sociale del paese, la stampa e la tv si concentravano sulla pletora di commenti, dietrologie, accuse e difese di esponenti politici, giuristi, critici da salotto televisivo.
Nessuna attenzione è stata dedicata alle proposte per garantire ai giovani opportunità di crescita e realizzazione. Proposte che, peraltro, incassano gli apprezzamenti bipartisan di Fini ed Enrico Letta.
I giornali ci restituiscono così un’istantanea degli ultimi quindici anni in Italia, un paese fermo che, invece di pensare a come ripartire, si dedica a discutere le vicende di uno dei suoi protagonisti.
I riflettori sono puntati sulla sentenza e le sue possibili ripercussioni politiche, compresa la possibilità di una crisi di governo o di un’incrinatura nella maggioranza. Aprendo una parentesi la risposta è evidente nei tg della sera dove un Berlusconi che negli ultimi tempi era apparso stanco e forse svogliato, ritrova la tempra e la grinta che è solito sfoderare in campagna elettorale, apparendo galvanizzato e disposto a lottare come e più di prima.
Una simile trattazione delle notizie è il portato della politica mediatizzata, personalizzata, che ci racconta la “corsa dei cavalli” fra i leader e si dimentica di cosa sia, nel suo significato più alto, la politica. È la stampa, bellezza, ci ricorda Humphrey Bogart.