Una recensione di Francesco Bongarrà per Ansa sintetizza alcuni elementi essenziali di La comunicazione politica online:
Il volume affronta temi e problemi che si pongono ogni volta che inizia una campagna elettorale: come usare la rete per diffondere il proprio messaggio politico, come raggiungere i potenziali elettori e i volontari della campagna, come difendersi legalmente nel caso siano pubblicate informazioni negative, come gestire una crisi di comunicazione online e, al contrario, come far emergere i punti deboli dell’avversario.
Bongarrà sottolinea l’aspetto pratico del volume e il ricorso ad esempi e casi concreti:
L’autore risponde a queste e altre domande, anche facendo riferimento a casi di successo o di insuccesso reali con esempi e schede di approfondimento sul modo in cui i politici italiani usano Twitter, sulla strategia di comunicazione sul web del MoVimento 5 stelle, sulla differenza fra le strategia di comunicazione dei diversi candidati alla Casa Bianca, da Howard Dean a Obama, Romney e Hillary Clinton.
La recensione mette in luce la finalità del testo, colmare le carenze che emergono dall’analisi del comportamento dei politici in rete; nonostante la grande diffusione del web, manca una solida cultura su come utilizzare la Rete per creare e consolidare consenso politico:
Il volume nasce per rispondere a una esigenza dei politici sul web; come scrive Giansante, “tutti i politici e le organizzazioni politiche hanno un profilo sul web: la quasi totalità è presente su Facebook, molti hanno un sito, una buona parte ha un canale YouTube o un account Twitter. Ma essere in Rete – spiega Giansante – non vuol dire saperla usare con efficacia. Quasi tutte le ricerche in questo ambito dimostrano che il potenziale della comunicazione online viene sfruttato molto poco dai politici, non solo in Italia ma anche in altri paesi; in molti casi mettono in atto comportamenti che sono addirittura controproducenti”.
La maggior parte dei politici, infatti, usa il web come se fosse in televisione: parla, racconta la propria opinione, ma non ascolta e non interagisce con gli altri. E, se lo fa, non riesce a essere convincente: litiga, s’infuria, polemizza e a volte arriva addirittura a insultare i cittadini.
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