Cresce l’attesa dei fan di House of Cards in vista della messa in onda della terza serie. Quali sorprese riserveranno gli sceneggiatori della serie che racconta la scalata al potere di Frank Underwood/Kevin Spacey? Per saperlo bisognerà attendere venerdì 27.
Il libro, come molti sanno, è tratto dalla serie di tre romanzi di Michael Dobbs, grande esperto di politica, che prima dell’esordio letterario era stato capo della segreteria politica di Margareth Thatcher e che, di intrighi per il potere, deve averne visti non pochi.
Nell’attesa, quindi, mi fa piacere condividere alcune delle frasi migliori del secondo libro di Underwood, House of Cards 2 – Scacco al re (Fazi editore).
Il primo si era concluso con la nomina Primo Ministro di Frank Underwood (a proposito se ti interessa, qui trovi una selezione delle Dieci migliori frasi di House of Cards 1, il libro).
In questo secondo episodio, invece, il protagonista è alle prese con un consenso elettorale altalenante e con il rapporto con un re troppo invadente.
Come nel primo volume, disegna la visione del mondo di un politico spregiudicato e deciso a usare tutte le armi a propria disposizione, per raggiungere i propri scopi.
E allo stesso modo è ricco frasi che disegnano il punto di vista del protagonista sulle categorie del potere e del consenso.
Ma veniamo a noi, vi propongo la mia personalissima selezione delle migliori frasi del libro di Michael Dobbs, House of Cards 2. Cominciamo dalla prima:
1. Una vita pubblica è come il cesto della biancheria, si riempie subito di roba sporca.
Anche la seconda mi sembrava molto interessante e coglie alcuni elementi del gioco politico e dell’ansia che la gestione dell’imprevisto produce:
2. Le tre forze più devastanti, nella vita di un politico, sono il consenso, il compromesso e la copula.
In tutte le proprie manifestazioni, Underwood, delinea l’assenza di etica come unica linea guida del proprio operato.
3. Un politico non ha amici.
Il senso di questa frase richiama da vicino quello evocato da un aforisma di Friedrich Nietzsche, che mi è stato segnalato dall’amico Mattia Fadda, “Un politico divide l’umanità in due classi: strumenti e nemici. Il ché significa che ne conosce una sola, la seconda”.
Ma torniamo al nostro Underwood, alla nostra classifica e alla sua visione dei rapporti di fiducia:
4. La lealtà è un vizio delle classi umili. Vorrei poter guardare oltre.
5. La lealtà è come il celibato: dichiararla è facile, ma praticarla è tutta un’altra storia.
6. Se vuoi tenerti stretto il palazzo, meglio che dormi con un occhio solo.
7. Certo che ho dei principi. E li spolvero regolarmente. Con una cazzuola.
8. I principi politici sono come le donne di un harem. Devi ricoprirli di vesti preziose, esibirli frequentemente, e di tanto in tanto sceglierne uno a cui riservare un’attenzione speciale. Ma evita di dedicargli troppo tempo o denaro, o finiranno con l’impadronirsi di te.
Uno dei temi ricorrenti è il rapporto con i media, che vengono manipolati o cercano di manipolare gli attori politici.
9. Un editore in genere gestisce personalmente le questioni più delicate, come quelle legate alla legge e alla reputazione delle mogli altrui.
10. La stampa libera parla dei suoi principi come un imputato parla del suo alibi.
Se ci sono altre frasi del libro House of Cards che ti sono piaciute e non ho inserito mi fa molto piacere se me le segnali.
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