Con l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti diventa di stringente attualità l’esigenza di trovare nuove risorse e, quindi, di sperimentare nuove modalità per il fundraising politico.
Si tratta di un tema su cui l’Italia sconta un grande ritardo. Fino ad oggi, infatti, la politica italiana ha potuto contare in gran parte su risorse statali e affidarsi per le altre necessità a pochi grandi donatori privati.
Certamente anche nel nostro paese ci sono già stati esempi interessanti di raccolta fondi realizzata con l’utilizzo della rete da parte del Movimento 5 stelle, ma siamo lontani dai risultati raggiunti in altri paesi.
In altri contesti, infatti, internet ha dimostrato di essere l’“ambiente perfetto” per raccogliere piccole donazioni da un grande numero di finanziatori. La rete ha rivelato la propria potenza come strumento per la raccolta di fondi già nel 2004, con la campagna di Howard Dean, poi con la rapida crescita di MoveOn e ha consolidato la propria fama già nel 2007 con la corsa elettorale di Barack Obama.
Ma come è possibile sfruttare le potenzialità del web per il fundraising politico? Ovviamente la rete deve inserirsi all’interno della strategia generale della campagna e di un piano più ampio per la raccolta fondi. Un approfondimento completo del tema richiederebbe maggiore ampiezza ma è possibile delineare qui alcuni elementi di riflessione specifici per il fundraising politico online.
Questi sono alcuni consigli, se sei interessato al tema una trattazione più completa è contenuta in La comunicazione politica online.
1. Prima di chiedere fondi crea una relazione
Nessuno di noi penserebbe di chiedere un prestito a uno sconosciuto, ma si preferisce, in caso di bisogno, rivolgersi a un amico. Lo stesso deve avvenire in politica: prima di chiedere un sostegno economico è importante costruire una relazione di fiducia, coinvolgere le persone nelle decisioni importanti, rispondere alle loro domande e alle loro critiche. In altre parole, dimostrare che c’è un rapporto di fiducia e che la relazione non è finalizzata solo a chiedere il voto o una donazione. Il fundraising online, quindi, è innanzitutto un’attività di gestione delle relazioni.
2. Ricorda che i donatori non sono un bancomat
Dopo aver costruito un’ampia comunità di sostenitori è possibile cominciare a chiedere il loro aiuto, anche economico, ma bisogna fare attenzione: non si possono inviare solo messaggi con richieste di contributi, altrimenti si rischia di perdere seguito, magari semplicemente perché le persone trovano meno interessante essere iscritti alla mailing list o alla pagina di Facebook e cancellano la propria adesione. Bisogna anche inviare informazioni sulle attività svolte, notizie da condividere con i propri amici, video, foto o messaggi che motivino e sostengano la partecipazione. Continua a leggere…