da Il Riformista, 27 luglio 2010
L’autocandidatura di Vendola suscita in ugual misura entusiasmi e mal di pancia nel centrosinistra. Nell’eventualità, nemmeno troppo remota, che il Capitan Futuro di Terlizzi riesca a vincere le primarie di coalizione, il risultato delle elezioni politiche è assolutamente aperto, al netto della nascita di nuovi soggetti politici e di rimescolamenti vari. A fare la differenza sarà il suo atteggiamento nei prossimi (tre) anni e la strategia scelta per la campagna elettorale.
Le campagne, nella società dei media, iniziano alla chiusura delle urne. Sarà bene che Vendola lo tenga a mente e faccia seguire a quest’annuncio una serie di mosse che contribuiscano a creare attesa ed entusiasmo intorno alla sua figura. Il che, considerato lo scenario attuale del centrosinistra, non dovrebbe essere troppo difficile.
Il leader di Sinistra e libertà dovrà inoltre essere in grado di uscire dalla dimensione localistica ed ideologica nella quale lo conosce l’elettore medio italiano. Dovrà essere capace di comunicare i propri successi amministrativi, per affermare l’immagine di un buon governatore accanto a quella del paladino della sinistra e della libertà.
Se pensasse di concentrarsi su questioni interne alla politica – per addetti ai lavori – sarebbe destinato alla sconfitta, così come se intendesse costruire la propria figura su una contrapposizione “ideologica” al berlusconismo.
Il momento cruciale, il redde rationem di questo lavoro, sarà la campagna. Dovrà essere organizzata “strategicamente” per resistere alle contromosse di una coalizione avversaria capace di distruggere e ridimensionare, nel corso degli anni, candidati ben più titolati. Il fatto che Vendola sia considerato un “buon comunicatore” non deve farlo riposare sugli allori. Veltroni docet.